L’Università degli Studi di Milano ha recentemente deciso la chiusura della coorte di
immatricolazioni al corso di laurea di Mediazione Linguistica e Culturale per l’anno
accademico 2022-23. Le motivazioni ufficialmente addotte sono l’impossibilità di gestire la
mole di iscrizioni, per riportare alla “normalità” la situazione.
“Le motivazioni dietro questa scelta sono altre,” afferma Niccolò Piras, coordinatore
dell’Unione degli Universitari di Milano, associazione che nel 2019 ha vinto il ricorso contro il
numero chiuso, “la Statale ha dapprima rifiutato ogni trattativa per il ritiro del ricorso, facendo
volutamente degenerare la situazione, rinunciando inoltre alla gestione del secondo edificio
che le era dedicato nel progetto originario del polo di Sesto-Marelli. Veniamo a sapere inoltre
della volontà di vendere il Polo di Sesto per fare posto ad una struttura medica privata, e non
ci sono notizie su dove verrà collocata la Facoltà. Sembra che l’Università voglia chiudere il
corso di laurea, un controsenso visto che questo è fortemente attrattivo”.
Chi oggi è iscritto a Mediazione al primo anno si vedrà negata la possibilità di sostenere un
esame oltre l’anno accademico in corso, e così per gli anni a venire: ciò vorrà dire che si
costringeranno tantissime persone ad andare fuoricorso, pagando rette ingentissime.
“Questa è la goccia che fa traboccare il vaso”, sostiene Luca Mondini per Sinistra
Universitaria-UDU Statale, “la Statale manda al macello le vite di centinaia di studentesse e
studenti. La Facoltà è nel caos, e patisce anni di mancati investimenti e politiche sbagliate
sulle assunzioni: ma la soluzione non è il numero chiuso, che ha generato una selezione
ingiusta basata di fatto sul ceto di provenienza, servono strutture ed investimenti”.
Nelle scorse settimane Angelo Turco, vicepresidente del Consiglio Comunale di Milano, ha
depositato una interrogazione sulla sorte di Mediazione Linguistica sottolineando l’assurdità
delle decisioni dell’Ateneo invitando il Comune a mediare, mentre Nicola Lombardo,
consigliere del Partito Democratico a Sesto San Giovanni, ha richiesto tramite una mozione
l’impegno del Comune di Sesto per trovare strutture sufficienti a garantire lo svolgimento
delle lezioni.
“La Statale deve fare marcia indietro sulla sua decisione ed aprire un tavolo con i comuni di
Sesto San Giovanni, Milano e con Regione Lombardia, che ha ugualmente manifestato il
suo interesse alla questione,” concludono Piras e Mondini “le studentesse e gli studenti non
possono essere lasciati a piedi dall’Ateneo. Mediazione deve rimanere a Sesto, deve
rimanere aperta, deve essere finanziata.”.
UDU Milano e Sinistra Universitaria-UDU Statale hanno convocato un presidio per Giovedì
17 Marzo di fronte alla Facoltà di Mediazione per chiedere all’Ateneo di tornare sui propri
passi.